lunedì 8 dicembre 2014

THEO PARRISH A CLOSER LOOK


Le cose stanno così: siamo gente che davanti ai mostri sacri ci viene spontaneo chiedere aiuto. Fortunatamente per noi arriva sempre, puntuale, preciso ed efficace. Abbiamo chiesto a Luca Roccatagliati aka Dj Rocca di non raccontare Theo Parrish. Abbiamo semplificato le cose, una semplice scheda alla nostra richiesta di non entrare nei dettagli. Rox mastica da sempre il suono del produttore americano e sarà in warm up la sera del 12 Dicembre al Fuori Orario, dopo il salto i suoi Top 3 di Theo Parrish, sono i tre dischi che parole di Rocca "ho consumato di più nei miei DJ set degli ultimi 10 anni"

1. Theo Parrish – Dan Ryan – Sound Signature 1998

"Il suo brano più versatile, con un insistenza tribale in forma Disco, ma con un piglio house che fa saltare letteralmente il dancefloor nel momento in cui entra la linea di basso"




2. DJ Kent – In The Bush (Theo’s #2) – Bear Funk 2003

"Deep house dal punto di vista di Theo. Con questo remix per il giapponese Kent, si parte per viaggio in treno di quasi nove minuti: in bilico tra ipnotismo house, accordi jazz lisergici ed una ritmica che non fa star fermi i piedi."




3. Theo Parrish – Falling Up (Carl Craig Remix) – 3rd Hear Records 2005

"Il jolly da giocare in qualsiasi tipo di DJ set. Carl Craig asciuga il brano originale, con un ostinato basso che ripete il tema della versione scritta da Theo… arriva il paradiso quando parte la frase killer di fender rhodes. "



Poi sicuramente Rox ci stava prendendo gusto e aggiunge i consigli per i veri strippati del produttore americano

"Da segnalare la compilation di brani spiritual jazz scelti da Theo, dal catalogo della label ameicana Black Jazz, etichetta underground degli anni 70, che, con i suoi introvabili dischi, ha precorso il sound a cui fanno riferimento gli odierni produttori house più illuminati, come lo stesso Theo Parrish, ma anche Floating Points, Motor City Drum Ensemble, Henrik Schwarz, Moodymann…"

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