martedì 26 aprile 2011

FREQUENTLY ASKED QUESTION

A meno di due settimane dall'arrivo di Cassius per il closing party di Beat To Be torna la nostra rubrica Frequently Asked Question,a sto giro in una veste speciale appositamente creata per i nostri prossimi super ospiti!! Come saprete infatti il progetto Cassius vanta una discografia che la maggioranza dei dance act di tutto il mondo può solo sognare!!Più di 50 release ufficiali fra singoli e remix e ben 3 album!!Proprio di questi abbiamo deciso di farci parlare da Monsieur Philippe Zdar!

Iniziamo ovviamente con "Cassius 1999" pietra miliare del French Touch,che li ha consacrati stelle dell'house music a livello planetario!!Prima di sentire il diretto interessato ecco un po back round su Philippe Zdar Cerboneschi e Hubert BoomBass Blanc-Francard aka Cassius!!I due iniziano a lavorare in studio insieme sul finire degli anni 80 a Parigi,producendo molti artisti hiphop locali fra cui spicca MC Solaar.Nel 1991 cominciano a produrre le rime track di ispirazione elettro house sotto il nome La Funk Mob!Nel 1994 la loro track Ravers Suck Our Sounds" li fece notare a James Lavelle della Mo'Wax, facendogli guadagnare un posto di rispetto all'interno della storica raccolta "Headz Volume 1", ovvero il manifesto programmatico del trip hop anni 90!!Proseguono le produzioni in ambito dance del duo fino a "Foxxy" prima track che i due firmano a nome Cassius nel 1996!!Il resto è storia,una storia di super track house come "La Mouche","Somebody" che portano dritte dritte al loro primo album "Cassius 1999" di cui ci parla direttamente Philippe Zdar


Ci racconti un po di "Cassius 1999"?Cosa combinavate in quel perido?Che vibrazione avevate in testa quando lo avete prodotto?

"Cassius 1999 era un album per divertirsi e divertire", dice Zdar. "Un disco con cui ballare, bere, parlare con la gente che ti sta attorno nel tuo club preferito. Stando sempre attenti a non versarsi addosso il proprio drink , visto che di pezzi downtempo ce ne erano sono ben pochi in questo disco e la maggior parte dei brani, anche quelli "rallentati", ha un groove con cui è difficile stare fermi. O forse lasciando perdere ogni bevanda e aspettando quelle poche pause downtempo per andare a placare la sete. Ma a parte gli scherzi, Cassius 1999 era un disco in cui non ci siamo dimenticati dell'hip hop. Noi siamo nati con questo genere. Con La Funk Mob eravamo dediti alla cultura hip hop. Attraverso l'hip hop siamo entrati in contatto per la prima volta con i suoni che tuttora ci fanno impazzire; il soul e il funk. Agli inizi quindi hip hop era una necessità. Era l'unico nostro tramite attraverso altre musiche. E' stato il primo genere musicale che sentivamo veramente nostro, per la nostra generazione, non per i nostri fratelli più grandi. Poi, con La Funk Mob l'abbiamo riveduto e corretto secondo il nostro gusto particolare. Nel corso degli anni ci siamo infine avvicinati all'house, in particolare alla deep house, grazie soprattutto a Etienne De Crecy"

Oltre a queste matrici c'era un sacco di garage, se non addirittura di speed garage….
"Il garage è sicuramente un altro genere a cui ci ispiriamo", ribatte Philippe. "Questo tipo di musica, soprattutto in Inghilterra, ci ha sempre dato forti input. Lo puoi sentire in alcuni pezzi del disco. La title track o la stessa "Somebody" sono tributi a questa musica. Ci tengo però a sottolineare che questi pezzi non aveva nulla a che fare con lo speed garage. E' un genere che ai tempi ci piaceva per la potenza dei bassi ma non ci sono mai piaciute per niente le voci ragga ne quelle in timestretching che vengono inserite nel contesto musicale non sono roba che fa per noi".

Sommando tutte queste influenze, come definireste lo stile di "Cassius 1999"?
"Fin da quando abbiamo iniziato, con il nome di La Funk Mob, non abbiamo mai guardato alla musica in termini di compartimenti stagni, categorizzando i generi", interviene ancora Hubert. "Certo, all'inizio c'era l'hip hop. Ma da produttori, in veste di La Funk Mob, l'hip hop era soltanto qualcosa da cui eravamo partiti perché, al di là che si campionassero dischi di soul piuttosto che di funk o jazz, quello che era importante era far ballare la gente. Farli sentire a casa nel loro club, con la nostra, la loro musica. Farli sentire come in una sorta di rifugio, con Cassius come colonna sonora. E' qualcosa in cui abbiamo sempre creduto. E' qualcosa che oggi ha dato i suoi frutti, perché fino a 10 anni fa fa la Francia non aveva assolutamente idea di cosa volesse dire club culture".

Rimanete sintonizzati sul nostro blogmnei prossimi giorni Zdar e Boombass ci parleranno anche degli altri due album firmati Cassius,"Au Reve" del 2002 e "15 Again " del 2006..Dance Different!

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